Jérôme
La serata volgeva al limite del diamante
noi socchiusi, come occhi per sorridere.
Ginestre sciolte ci tiravamo in pancia, per far capire all’altro l’amore che portavamo in grembo
e che mai nessun soldato ci avrebbe tolto.
Rilascio la mia pelle di serpente
la adagio sul gancio nel muro, quello fatto di persone e cose che mi hanno indurito fino alla fatica
vado a guardare il tramonto
l’acqua che sobbolle ventimila desideri
patate cotte, cuori in esplosione.