Tratto da una storia vera, dedicato a Viola e Pasquale.
C’era una volta una gatta di nome Ingrata.
Tutti i giorni, dopo una bella dormita e una ciotola di latte, Ingrata si stiracchia ed esce di casa a importunare le cavallette.
Va matta per tutte le attività sportive, tranne il nuoto, perché ha paura dell’acqua alta.
I suoi padroni, Viola e Pascal, lavorano nella più importante pasticceria di Pont-Avène e sono più dolci delle tarte tatin che espongono in vetrina.
La coppia sopporta tutto, ma proprio tutto di Ingrata: i suoi balzi sulle terrine di foie gras, i suoi miagolii mentre chiudono la cassa e i suoi peli nel purè.
Prima delle loro gite in barca sul canale, Pascal si sveglia di buon’ora per preparare alla micia i migliori manicaretti, mentre Viola le rifà la cuccia e la pettina. Sono tutti felici e contenti, o almeno così sembra…
In realtà a Viola piacerebbe un gatto più mansueto, di quelli che ti si arrotolano sulle gambe nelle fredde serata invernali e che fanno le fusa fino a mezzanotte.
Un giorno, durante una delle sue spedizioni, Ingrata cade in un pozzo pieno d’acqua, nascosto nell’erba. Confusa e impaurita, la micia tenta di rimanere a galla e di risalire la china, rimpiangendo gli immensi prati verdi su cui era solita scorrazzare e che brillano di un bel verde mente a pochi metri da lì. Dopo un’ora di balzi la micia è esausta e decide di lasciarsi cullare dall’acqua e di schiacciare un pisolino.
Un’ora dopo si sveglia di soprassalto: dalle fessure del pozzo sono venute fuori alcune blatte che la fissano minacciose. Di solito, di quei cosi brutti e croccanti Ingrata fa man bassa… mentre quella volta sono loro a torturare lei, con i loro carapaci dalle sfumature psichedeliche che danno il mal di testa.
Dopo un lavaggio del cervello multicolore la gatta perde i sensi e nel sonno rivede il film di tutte le monellerie commesse nella tenuta di Pont-Avène. Un volta sveglia, il dispiacere è tanto grande da mozzarle il fiato.
Nel frattempo Pascal e Viola piangono la loro gatta, data per dispersa. La notte prima, in un sogno, Pascal si è visto mentre raccoglieva le lacrime di Viola e le gettava in un pozzo, comunicante con tutti i pozzi della città, compreso quello in cui Ingrata è rimasta bloccata. Un po’ per gioco, e anche per evitare che le lacrime della compagna inondino casa, l’uomo decide di passare all’azione. Ad aiutarlo c’è Bastien, il pesce rosso che dalla sua boccia di vetro dice a Pascal di servirsi del sacchetto di plastica in cui è stato trasportato dal Luna Park a casa.
Nel frattempo Viola è inconsolabile, piange giorno e notte. Il giorno passando per i corridoi del ristorante e vedendo le terrine di crema pasticciera su cui Ingrata era solita passare la linguetta; la notte per non aver ritrovato i suoi peli nel purè.
Un mercoledì, una coppia di amici sbarcano in casa loro, con un bellissimo mazzo di fiori. Martine e Pierre hanno voglia di festeggiare e Viola e Pascal sono contenti di vederli: il loro chiasso coprirà il silenzio lasciato da Ingrata.
Sentendo della musica provenire dalle finestre, alla banda si aggiunge anche Colette, la vicina di casa, che porta con sé una cucciolata di gattini. La coppia se ne innamora perdutamente e la vicina promette loro di regalargliene uno, a condizione che Viola ammetta di essere stata troppo permissiva con Ingrata.
Nel momento in cui la donna afferma che se la micia tornasse lei si occuperebbe di educarla meglio, Pascal versa nel pozzo le ultime lacrime della donna rimaste nel sacchetto.
Il mattino seguente, Ingrata si sveglia dopo una notte tormentata e le blatte si presentano di nuovo al suo cospetto, questa volta più comprensive. Le rivelano che anche loro sono state pestifere in passato e che di pozzi come quello ce ne sono centinaia di migliaia in tutta la città. Dopodiché una di loro si mette a fare dei movimenti circolari con le zampe sul carapace di un’altra e, come per magia, sulla sua superficie appaiono Viola e Pascal che festeggiano con i loro amici. Ingrata guarda la scena con il cuore che le scoppia e gli occhi le si riempiono di lacrime. La tristezza è troppa, la forza di saltare l’abbandona e lei si addormenta sul pelo dell’acqua.
Nel momento in cui i due padroni si rassegnano all’idea che Ingrata non tonerà più, le lacrime di Viola riempiono il pozzo fino all’orlo, permettendole finalmente di uscire. La gatta non può credere ai suoi occhi, è libera! Prima di ripartire però si volta a salutare le blatte che, dopotutto, le hanno dato una mano a crescere.
La gatta si mette a correre verso casa, ansiosa di rivedere i suoi padroni e la sua casa piena di alberi. Viola e Pascal sono tranquillamente seduti a leggere quando la vedono apparire sulla soglia. Dopo aver capito che non è un fantasma, si mettono a saltare dalla gioia.
Da quel giorno Ingrata importuna molto meno le cavallette e, avendo imparato a nuotare nel pozzo, non ha più paura dell’acqua alta e segue volentieri Viola e Pascal nelle loro gite sul canale.
Da quel giorno sulle tarte tatin dei clienti della pasticceria è stato avvistato soltanto qualche pelo…